Inflazione e mercato immobiliare

PUBBLICATO IL 8 novembre 2022

Secondo l’indagine di Fimaa-Confocommercio sui movimenti del mercato immobiliare residenziale del 2° quadrimestre del 2022, per il 73,2% degli agenti immobiliari i valori delle abitazioni rimarranno stabili almeno fino alla fine dell’anno.

Eppure, visto che l’attuale tasso di inflazione ha raggiunto il 7,9%, il timore è che il mercato residenziale subisca un’ingente svalutazione a causa del rialzo dei tassi dei mutui.

Inflazione e mercato immobiliare

Quanto incide l’inflazione sul valore delle case?

Si stima che l’aumento dei tassi di interesse, necessario per contrastare la risalita dell’inflazione, raffredderà la richiesta di mutui portando ad una conseguente diminuzione della domanda immobiliare.

Dall’indagine svolta emerge infatti che il 42,8% dei soggetti interpellati ritiene che il volume delle compravendite diminuiranno nel terzo quadrimestre del 2022, nonostante si ipotizzi, almeno nel breve periodo, la stabilità dei prezzi di vendita, almeno secondo il 73,2% degli agenti.

Un’incisiva svalutazione degli immobili dunque non è da considerarsi un effetto repentino e tangibile nel prossimo futuro, quanto una conseguenza di cui avremo prova nel lungo periodo.

I fattori che influenzano il mercato immobiliare

Il 14,3% degli operatori intervistati teme la riduzione del potere di acquisto dei salari a causa dei rincari dell’energia e gli aumenti dei costi delle materie prime.

Tra i fattori negativi meno rilevanti, compaiono in ordine decrescente:

  • L’incertezza politica (nazionale ed internazionale): 5,5% delle risposte;
  • La guerra tra la Federazione Russa e l’Ucraina (4,5% dei giudizi);
  • L’incertezza e l’esaurimento del Superbonus 110% (4,5%);
  • La preoccupazione per l’aumento della tassazione immobiliare (3,9%);
  • La scarsità di immobili in offerta (3,0%).

Mentre possono fare presagire un mercato immobiliare in salute:

  • Le agevolazioni per i giovani sotto i 36 anni (3,4%);
  • La domanda di investimento da parte di italiani (1,3%) e di stranieri (0,7%);
  • Le dinamiche favorevoli del mercato delle locazioni, che gioca però a scapito di quello delle compravendite (0,7%).

Secondo il Presidente nazionale Fimaa, Santino Taverna:

“Le incertezze innescate dal conflitto russo-ucraino, con il relativo rincaro dei costi energetici e delle materie prime, se da un lato generano per alcuni compratori una posizione attendista, dall’altro rafforzano l’orientamento protettivo verso i propri risparmi. La casa, infatti, per il fatto di non subire la volatilità tipica dei prodotti finanziari attrae, storicamente, gli investitori anche nelle fasi di incremento dell’inflazione. Infatti gli immobili, da sempre, sono considerati ‘bene rifugio’. I tassi di interesse dei mutui e dei finanziamenti anche se in aumento sono tuttora contenuti. Negli anni ’80 e ’90 gli immobili si sono sempre compravenduti nonostante i tassi di interesse oltre il 20% sui mutui, anche per tutelare i propri risparmi. La pandemia con i lockdown ha inoltre indirizzato la domanda verso soluzioni abitative più ampie, con giardino, balcone o terrazzo oltre a spazi da dedicare allo smart working. [...]”.

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